La macchina per scrivere Olivetti M1 è realizzata in modo solido e stabile, ogni suo albero è registrabile in parecchi punti, un lusso meccanico che non è stato più utilizzato nei successivi modelli.
Al fine di meglio comprendere la complessità ed onerosità della produzione di tale modello di macchina, basta citare che erano necessarie ben 25 giornate di lavoro per produrne un solo esemplare
In totale sono state prodotte circa 6000 macchine nel periodo che va da 1911 al 1920 (Su queste macchine, le prime due cifre del numero di serie indicano l’anno della fabbricazione).
A livello pubblicitario, il primo lancio della macchina avvenne con un manifesto: creato da Teodoro Wolf Ferrari, in esso si vede in primo piano la macchina. Dietro di essa, un severo Dante Alighieri punta decisamente il dito su di essa
Nel 1920 la macchina Olivetti M1 verrà rimpiazzata dal successore modello Olivetti M20.
È la prima macchina da scrivere della Olivetti immessa sul mercato internazionale e viene presentata alla Fiera internazionale di Bruxelles. La M20 presenta varie novità, come il carrello che scorre su guida fissa.
La tastiera è del tipo QZERTY, come è solito delle macchine italiane (a parte le moderne tastiere per computer). Oltre ai tasti di scrittura la tastiera include una barra spaziatrice, due tasti delle maiuscole, un tasto fissamaiuscole, il tasto di ritorno e un tasto di tabulazione.
L’insieme dei tasti di scrittura ha un’evidente mancanza: non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera l (elle) minuscola oppure la I (i) maiuscola; allo stesso modo non è presente lo zero, che si ottiene digitando la O (o) maiuscola. Sebbene questo oggi possa sembrare strano, era invece piuttosto comune nelle vecchie macchine per scrivere. Mancano anche i tasti per le vocali accentate maiuscole usate nella scrittura della lingua italiana.
È esteticamente simile alla M1, ma all’interno vennero adottate soluzioni meccaniche diverse. La Olivetti M 20 sostituì a partire dal 1920 la M 1 e venne commercializzata fino al 1933. Due sono le caratteristiche che la differenziano dalla M 1: la riduzione dei pezzi che compongono il cinematico di scrittura ed il gruppo del cestello delle leve che è mobile. A partire dal 1929 venne prodotta una M 20 dalla consociata industriale S. A. Hispano Olivetti. Verso la metà degli anni ‘30 alcune M 20 vennero ricolorate per l’invio nei territori coloniali italiani.
Le prime versioni (con matricole fino a 26/38100) sono caratterizzate da manopole del rullo in ottone,
le successive (con matricole da 38101) con manopole in resina nera
Venne prodotta una versione economica senza base in legno ma con piedini in gomma, complessivamente vennero prodotti circa 81.000 esemplari. Verso la fine degli anni ‘20 venne prodotta una tastiera per esercizi di dattilografia derivata dalla tastiera della M 20
Oggi la M20 è una delle macchine più quotate e ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.